LA FONDAZIONE PATRIZIA NIDOLI ONLUS È PARTNER DI AIHIP NEL PROGETTO DI ASSISTENZA SANITARIA PER LA POPOLAZIONE DELL’ARTIBONITE.

La Fondazione Patrizia Nidoli ONLUS, da sempre sensibile alle problematiche che affliggono le fasce più deboli della popolazione haitiana, con particolare riferimento all’infanzia, si conferma partner importante di AIHIP nella realizzazione dei progetti di assistenza sanitaria alla popolazione dell’Artibonite. In particolare, grazie al partenariato della Fondazione Patrizia Nidoli, sarà possibile completare l’allestimento di tre ambulatori dislocati nei villaggi di Petites Desdunes, Bocozelle e Bellanger. I tre ambulatori, due dei quali già in funzione da alcuni anni, vedranno implementare così le proprie capacità d’intervento sulle fasce meno abbienti della popolazione locale. In una regione in cui il tasso di indigenza e di analfabetismo è estremamente elevato, dove mancano sistemi di raccolta dell’acqua piovana e di canalizzazione delle acque reflue e senza acquedotto, l’incidenza delle malattie infettive, sia di natura virale che batterica, è estremamente elevata. La mancanza di un ospedale o di un minimo servizio sanitario ha inoltre permesso il diffondersi di tali infezioni, con diverse vittime. Il progetto di AIHIP, che ha già visto svariati ed importanti successi, si colloca quindi in un quadro di estrema necessità ed acquisisce un’importanza primaria per le comunità delle aree rurali dell’Artibonite. La popolazione interessata dal progetto ammonta a circa 55000 abitanti. Più in dettaglio, l’attività degli ambulatori si esplicherà secondo le modalità già in atto, ovvero coordinando l’attività di accoglienza e informazione dei pazienti da parte di volontari precedentemente formati, con particolare sensibilizzazione all’igiene ed alle malattie infettive, l’informazione anamnestica e il controllo dei parametri vitali da parte di un’infermiera e la visita da parte di un medico. A seconda del caso e della disponibilità, il medico invierà il paziente al laboratorio attiguo dove sarà possibile effettuare esami ematochimici di base da un tecnico di laboratorio e/o alla farmacia attigua dove, previa prescrizione del medico, un farmacista provvederà a dare i farmaci del caso. Il tutto a titolo gratuito. I giorni in cui sarà possibile accedere a tali servizi saranno circa due al mese per ambulatorio. Il progetto perciò si esplicherà in quattro attività principali: l’adeguamento degli ambulatori, l’acquisto di medicinali e attrezzature, la sensibilizzazione delle autorità locali e della popolazione, il monitoraggio continuo delle attività in essere con la rendicontazione delle spese sostenute. La Fondazione Nidoli ha voluto partecipare al progetto donando la somma di 5000 USD.

Se nel 2018 sono state curate circa 1300 persone nei due ambulatori già operativi, si stima che con l’apertura del terzo ambulatorio a Bellanger si raggiungeranno le 2000 unità. In ultimo è da sottolineare l’assoluta importanza strategica dell’attività informativa che AIHIP sta mettendo in atto nei villaggi dell’Artibonite. Il successo è testimoniato dalla drastica diminuzione delle infezioni dovute all’inosservanza delle più elementari norme igieniche. Con l’apertura di un terzo ambulatorio, l’efficacia del nostro sistema di intervento potrà vedere nuovi ed incoraggianti successi. Grazie alla fondazione Nidoli, la speranza di AIHIP di portare sollievo a comunità così pesantemente colpite da un destino avverso, può trasformarsi in fede.

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ASSISTENZA ED EDUCAZIONE SANITARIA. PRIMO SEMESTRE 2019. GRAZIE AL FINANZIAMENTO DELL’UFFICIO OTTO PER MILLE DELLA TAVOLA VALDESE I NOSTRI PROGETTI CONTINUANO A FARE LA DIFFERENZA PER LE POPOLAZIONI DI PETITES-DESDUNES E BOCOZELLE

Anche quest’anno, grazie al finanziamento dell’ufficio otto per mille della Tavola Valdese, abbiamo potuto realizzare diversi progetti, molti dei quali già avviati negli anni passati. In particolare, ci è stato possibile dare continuità ad una delle nostre aree di intervento più
importanti, quella dell’assistenza sanitaria.

A causa dell’aggravarsi della situazione socio-politica del paese e delle ripercussioni sulle condizioni economiche generali, le fasce più deboli della popolazione si trovano ulteriormente depauperate anche delle risorse primarie. Le variazioni del cambio dollaro USA – Gourde haitiano, a netto svantaggio di quest’ultimo, hanno ridotto drasticamente il potere d’acquisto della popolazione. In questo quadro, l’accesso ai servizi di base, tra cui l’assistenza sanitaria, è diventato per molti quasi impossibile. È in questo scenario che AIHIP agisce, tentando di limitare conseguenze drammatiche che spesso esitano in epiloghi infausti. Nel dettaglio, siamo riusciti a dare continuità all’assistenza sanitaria già in essere a Petites-Desdunes e a Bocozelle, nel dipartimento dell’Artibonite. La gestione degli ambulatori e del personale che vi opera si ispira al massimo efficientamento delle risorse economiche. Infatti, a differenza di molte altre associazioni no profit ed ONG, il nostro personale è esclusivamente autoctono. Questo ci consente di ottenere due vantaggi significativi. In prima istanza la conoscenza dei luoghi e della cultura locale da parte del personale ci permette di avere un quadro più pervasivo delle condizioni sanitarie legate alla situazione socio-economica, oltre ad avere un rapporto diretto e fiduciario con le comunità locali. In seconda istanza, ci permette di contenere notevolmente i costi, poiché gli onorari del personale sono allineati a quelli medi del paese, notevolmente inferiori a quelli che verrebbero corrisposti ad un personale di provenienza estera.

L’attività è stata articolata sia sul fronte della prevenzione che su quello dell’intervento diretto sui pazienti. In particolare, l’attività informativa e formativa messa in essere dalla dottoressa Routh Germain, in 27 giornate con oltre 500 persone presenti, sulle malattie sessualmente trasmissibili, il tifo e la malaria, ha portato a risultati entusiasmanti. Il numero di patologie dovute all’ignoranza delle più basilari norme igienico-sanitarie è considerevolmente diminuito, segnando una grande vittoria del nostro progetto ed incoraggiandoci a continuare con nuovi stimoli. L’attività ambulatoriale vera e propria si articola invece in diversi passaggi, volti a non tralasciare nessun aspetto che potrebbe inficiare il risultato sul paziente. Infatti, il personale dedicato all’accoglienza dei pazienti si occupa di distribuire dei ticket di prenotazione in numero congruo alle possibilità giornaliere, fatti salvi i casi urgenti o gravi.
Alla visita il paziente è accolto da un’infermiera che effettua una prima intervista e le misurazioni dei parametri di base, quali la pressione sanguigna e la temperatura. Il paziente viene poi inviato al medico che effettua la visita vera e propria. In base alle prescrizioni del medico, il paziente può essere inviato al laboratorio attiguo, dove possono essere effettuati esami di base, o inviato direttamente alla farmacia, sempre attigua all’ambulatorio, dove, in base alle disponibilità, il paziente riceve il farmaco prescritto.

Grazie a questo sistema, nel primo semestre di quest’anno ci è stato possibile visitare circa 370 pazienti per ambulatorio. I dati raccolti ci hanno restituito una stima delle patologie più diffuse. In particolare: ipertensione arteriosa, ulcere di vario genere, malaria, sindrome diarroica acuta, febbre tifoide, infezioni vaginali, infezioni respiratorie acute, glaucomi, malnutrizione ed epilessia. Com’è possibile evincere dall’analisi di questa lista, l’incidenza di molte delle patologie presenti può essere sostanzialmente ridotta con una corretta e capillare informazione e formazione. Come già detto in precedenza, i risultati ottenuti in tal senso sono già estremamente incoraggianti.

Data la natura contagiosa di molte delle patologie affrontate e delle gravi condizioni socio-economiche di queste popolazioni, l’intervento in ambito sanitario è da considerarsi primario se si vogliono scongiurare esiti epidemici, purtroppo non nuovi a questo paese.

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